sabato 11 ottobre 2014

L'ESTATE DELLE PERLE VENEZIANE ( che non finirà mai )


il colore : la bellezza delle perle veneziane 

"LA MIA ESTATE PIU' BELLA", una favola per grandi e piccini,  di Eleonora  Chiancone

 Eleonora, nostra fedele fan ha voluto condividere una storia bellissima, di quand'era bimba e di quando la cugina, "che aveva i parenti veneziani", passava l'estate con lei.
La cuginetta di Eleonora metteva in valigia, con i costumini e i vestitini, anche un cartoccio di perline veneziane che saltavano fuori nelle giornate uggiose quando ci si annoiava degli altri giochi.
Come dovevano luccicare agli occhi delle bimbe quelle perline di vetro, e come soffriva Eleonora a non poterle possedere e toccare.
Non le ha mai dimenticate, e adesso che è grande ancora le adora e il suo sogno sarebbe di poterle creare , ma nella bellissima isola,  dove vive tuttora, non ci sono molte possibilità di sperimentare o di procurarsi i materiali necessari come le canne di vetro, i mandrini e la pasta distaccante, siamo sicuri che molti di voi, dopo aver letto il suo racconto vorranno aiutarla con consigli e suggerimenti, che saranno utili anche ad altri lettori e appassionati. Grazie Eleonora, e a voi : buona lettura !

"....non dimenticherò mai un'estate di tanti anni fà. Vennero i miei zii e la mia cuginetta, come tutti i bimbi ero felice di avere qualcuno con cui giocare.
Un giorno dopo aver fatto i soliti giochi che fanno le bambine eravamo annoiate, lei corse in camera sua e uscì con fare furbetto con un sacchetto di carta che stringeva gelosamente fra le mani. Ero curiosa di vedere che cosa c'era dentro. Io restavo seduta ad aspettare che si decidesse a svelare il mistero. Ad un certo punto mise il sacchetto sul tavolo e con fare misterioso iniziò a tirare fuori, poco alla volta, delle piccole perle luminose di tantissimi colori. Avrei voluto toccarle ...ma non mi fu permesso, mi diceva che erano sue, che gliele aveva regalate sua "zia di Venezia".
Se cercavo di guardare nel sacchetto... lo richiudeva subito stringendolo tra le mani.
Dopo un pò tirò fuori dei piccoli cilindri bianchi con delle righe nocciola, sembravano dei pezzetti di pasta che la mia mamma metteva nella minestra di verdure ( senza le righe naturalmente) .
Non erano molto belli in confronto alle altre perle luminose e colorate che nascondeva nel suo sacchetto .
Ogni tanto qualcuna rotolando sul tavolo cadeva per terra, solo allora mi era permesso di  toccarla
Era lei che aveva i "parenti a Venezia" ...quindi era lei che comandava il gioco.
E' stata per me una bellissima estate ... ho scoperto le perle di Venezia .
Quando si è bambini basta poco per essere felici , io mi riempivo gli occhi di quei colori...la mia cuginetta gioiva nel farmi dispetto. Mi contentavo di poco, restavo a guardare, ero felice e stavo bene ugualmente.
E' passato tanto tempo, ora sono grande, in fondo al mio cuore era rimasto quel ricordo lontano...il mio amore per Venezia e i suoi tesori non è cambiato.
Un giorno per caso su una rivista femminile ho visto un piccolo kit per fondere il vetro...è così iniziata la mia avventura con la fusione delle bacchette di vetro.
Sopra la fiamma si sprigiona la magia...il colore non c'è più, se il vetro diventa morbido con piccoli gesti lo puoi rendere un filo sottile oppure arrotolare, mescolare con altri colori. Quando lo togli dalla fiamma non è più un solo colore, ma tornano a brillare insieme tutte le sue sfumature.
Ora ho finito le piccole bacchette di vetro del kit , ho provato a frantumare delle bottiglie colorate ma la granella di vetro non puoi fonderla sulla fiamma !!! Ho provato a fonderla nel microonde !!! Funziona , è bellissimo , posso fare piccole cose che mi rendono felice e provare ancora con gli occhi sgranati (come quelli di un bimbo ) il ripetersi della magia che sprigiona da un vetro fuso.
Eleonora Chiancone


ecco le canne lucenti di vetro veneziano che Eleonora ha finito !

Bellissimo il racconto di Eleonora, vero ? Ma non vogliamo che rischi di farsi male fondendo graniglia di vetro nel microonde, per cui avanti, fatevi sotto nei commenti, quelli che di voi sono esperti, per consigliarle come poter continuare nella sua passione per le perle di vetro veneziane ! 
Ci contiamo, sarà il vostro compito per casa, dato che è tempo di ritorno a scuola dopo le vacanze estive. L'estate delle Perle di Vetro Veneziane però ....non finisce mai !
   
A noi del "Comitato per la Tutela Storica e Culturale delle Perle di Vetro Veneziane" , piacciono tantissimo le vostre storie di perle, se ne avete da raccontarci , mandatecele come messaggio  privato alla pagina facebook del comitato , pubblicheremo le più belle !


venerdì 16 maggio 2014

I PREDATORI DELLE PERLE PERDUTE

 La Leggenda (vera) di Beady Pool

le perline di vetro tipo "Cornalina D'Aleppo" naufragate presso  "Beady Pool" 
Per secoli i naufragi sono stati una risorsa preziosa per gli  abitanti delle Isole Scilly, arcipelago inglese a sud della Cornovaglia.
A Saint Agnes , in particolare ,esiste un antichissimo pozzo dentro al quale era usanza gettare degli spilli  che una certa divinità marina, nel tempo associata ad un santo Celtico di nome Warna, avrebbe potuto usare per far affondare i vascelli di passaggio.
Certo ci voleva anche la complicità delle tempeste "perfette" che anche recentemente hanno colpito la Cornovaglia e dei suoi insidiosi fondali.
.
Il principio era : "Se proprio devono affondare, che affondino qui "
all'insegna della "Nave Bettina" , la reclame mercantile di un produttore di perle al lume  veneziano di fine '700
Museo Civico Correr, da F.Trivellato Venetian Glass Beads, Female Labour and International trades
(Sciama-Eicher -Beads and Beadmakers)


Ma quando nel 1600 un veliero proveniente dall'Olanda fu sbattuto dalla furia del mare sulla costa di Saint Agnes, il carico offerto agli isolani fu dei più inaspettati : perle di vetro in viaggio verso il Portogallo per poi essere destinate a far baratto in terre lontane . 

                    L' insenatura presso la quale avvenne il naufragio da allora venne chiamata

                                      " Beady Pool" : la spiaggia delle perle .

E dovevano essere molte, molte perle : perchè da allora generazioni e di adulti e bambini le avevano raccolte fino a che non se ne trovarono più.

Poi negli anni '70  i banchi di sabbia ricominciarono a regalarle ai "predatori di perle perdute" che poi  le infilavano suscitando la curiosità dei turisti.

Una buona quantità venne mandata ad un museo olandese per la corretta identificazione .Venne stabilito che si trattava di perle fatte in Renania, questa tipologia conosciuta come di produzione veneziana potrebbe effettivamente essere stata prodotta anche altrove, dato che queste perline chiamate anche Cornalina d'Aleppo erano molto apprezzate e richieste in quanto ricordavano appunto l' agata corniola . 

le perle di Beady Pool sono  simili a queste, di colore verde scuro- nero all'interno e color terracotta all'esterno, ma le "Cornaline d'Aleppo" esistono anche con nucleo interno in giallo o bianco 

Solo alcune delle perle ritrovate erano nere con dei motivi bianchi . Chissà se erano simili a questa :

..potrebbe la perla a righe bianche su nero essere questa ? Se qualcuno ha un suggerimento si faccia avanti !

Oggi è diventato molto difficile trovare le perle perdute a " Beady Pool" ma ne conserva una collezione il National Maritime Museum in Cornovaglia, nel loro sito si racconta al proposito la bella storia di due sorelle che all' inizio del secolo scorso passarono la loro infanzia raccogliendo le perline e quando poi emigrarono nella lontana  Australia le portarono con sè in ricordo della loro terra d'origine.Tale era il valore simbolico delle perle per le sorelle che gli eredi vollero prestarle al Maritime Museum come tributo al lungo viaggio di quel piccolo dolce tesoro, con loro anche lo spirito delle sorelle tornava a casa , potete leggere l'intera storia, in inglese, cliccando qui.

La morale di questa favola ? 
I viaggi delle perle ricostruiscono la storia dell' Umanità.

E voi, siete dei predatori di perle di vetro perdute ?
E se sì qual'è il luogo più esotico dove le avete predate ? 


martedì 18 marzo 2014

A LIFETIME ON A CHAIR ....CONFESSION OF A BEADMAKER

in questo disegno settecentesco di Giovanni  Grevembroch è ben descritto il lavoro della "Perlera" ,
all'epoca per la fiamma detta "lume" si usava il grasso animale detto "sevo" e per potenziare la fiamma un grosso mantice, non molto è cambiato da allora  !
in this 18th c. design by Giovanni Grevembroch you can see well how the workplace of a beadmaker a "Perlera" was at the time , the torch for the lampworking " alla lume" in venetian  fire used animal fat "sevo" in venetian and the flame was enpowered by a big bellow , not much has changed !

"Conseguense de 'na vecia perlera" ( consequences of a old beadmaker ) is the title in venetian dialect of Elda Giolo's  poem.
It tells the story of her lifetime in the beadmaker's chair but in reality is every artisan's story .There is a mix of sweet and sour memories in it that is rather moving , a devotion to the beads that justifies any sacrifies . She died in 2011 almost one century old ,  beadmaker and poetess , we are proud of her for having left this witness for us to enjoy .


" Conseguense de 'na vecia perlera" è il titolo in dialetto di questa poesia di Elda Giolo , una perlera e poetessa dialettale veneziana , morta nel 2011 quasi centenaria. Ha scritto molte poesie in dialetto , questa in particolare ci è stata segnalata da una fedele lettrice del nostro blog , Elena Giurati , che ringraziamo per la cortesia , dopo averla letta nel sito " In Venessian" .
E' dolce e triste ma anche ironica, si riconosceranno nelle rime di Elda Giolo tutti quelli che lavorano al lume le perle , ma anche tutti gli artigiani che come San Francesco insegna " lavorano con le mani e con il cuore "


"Sinquant'ani de lavoro i xe tanti 
e pensè che i gò fati sempre in guanti 
ghe tegno al decoro 
se no proprio no lavoro
saria andada anche in capeo 
ma no gò trovà el modeo ."

"Fifty years of work are many
and you must know I worked "in fine gloves "
as I care deeply for decorum
otherwise I would not work
I would have worked wearing a hat
but I did not find the proper style "

" Diese ani mi gavevo che me sò sentà in carega
ai setanta so pasada e so ancora là sentada 
'na lastra gò davanti 
che me varda tuti quanti
e i me crede in soasa 
come un quadro drento casa "

"I was ten years old when I first sat on that chair
seventy years have passed and I am still sitting there
the glass that shields me
through which people watch
as if I was in a picture frame
like a painting hanging on the wall in a house "

"E mie man xe tute roste 
rosse come aragoste 
basta un poca de insalata 
che la sena la xe fata
Tuto el gas che me respiro 
el me manda in delirio 
gò da esser inquinada 
o tre-quarti aveenada "

"The fire roasts my hands
as red as a lobster
I have time only to make a quick  salad
and that's my simple dinner
all the fumes that I breath
render me delirious
I must be polluted
and three quarters poisoned "

" Co i me varda che lavoro 
i me dise tuti in coro:
Mama mia che artista 
e intanto no gò più vista "

"When they watch me working
they say together as a chorus
"Mamma mia" look at that artist
but in the meanwhile I go blind "

"No ocore che me piega
gò xà la forma dea carega
ogni tanto 'na puntura
so un rotame adiritura ."

"I don't need to bend
I am already in the form of that chair
once in a while I get a shot
so stiff I am, I 'm almost broken "

"Ma che importa 'sto disagio 

so rivada a un bel miragio 
i me passa cavalier 
questo si che xe un piasser ."

But never mind the hardships
for I have seen a beautiful mirage
they honour me as "Cavalier"
and this pleases me !"


" I me dà 'na bea medagia 
da persona tanto sagia 
ma però mi no so gaia
gò firmà la me vechiaia
e no manca che cò sti sùori 
la me pension ghe resta a lori ." 

"They reward me with a nice medal
like I was a wise person
but I am not that happy
because this confirms my old age
but still I sweat at the flame
I could catch a cold that would be the death of me
and my pension would go to them "


Grazie Laura Sousounis for patiently translating the poem in english !







lunedì 10 febbraio 2014

CUOR D'IMPIRARESSA , CUOR DI VENEZIANA


Nora Fuser in "Cuor"      (foto di scena, Marina Luzzoli )

E' davvero una Venezia del cuore, quella dei ricordi di Clementina Cavalieri, detta Rina, scelta a simbolo di un novecento popolare denso di orgogliosa povertà e fratellanza per "Cuor" il monologo  interpretato da Eleonora Fuser per la regia di Sandra Mangini.

Il Cuor e' quello veneziano di Rina Cavalieri, impiraressa, nata nel 1914 nel sestiere di Castello, ma il Cuor e' anche quello di Nora Fuser, straordinaria attrice che la interpreta, sola in scena ma accompagnata dalle suggestive voci nascoste del coro "Calle delle Perlere".

Arrivare, il primo febbraio scorso, la sera della prima dello spettacolo che ha debuttato al Teatrino Groggia, è già un esercizio di meditazione, serata uggiosa, attraverso calli e corti di Cannaregio deserte che restituiscono  il rumore dei passi e con i tanti luoghi che testimoniano i mestieri delle perle : i nizioleti  con scritto  "delle conterie" o "dei perleri " .

Il Teatrino Groggia è raccolto, intimo e  quando si spengono le luci si compie la magia, siamo a casa di Rina, e dopo poco non ricordiamo più che sia Nora Fuser, ad interpretarla. La figlia di Rina, presente in sala, riconosce in lei la mamma e dopo lo spettacolo rispondendo alle curiosità dice: "Non è stato facile  perchè sono debole di cuore ".

Anche i più giovani spettatori sorridono e si commuovono al racconto di Nora -Rina Cavalieri con i suoi modi di dire, le canzoni d'epoca, le imitazioni dei primi divi del cinema sonoro che Rina regalava alle compagne in sognanti pause dal lavoro, lei sempre allegra e forte, mai piegata dai soprusi e dalle miserie dei tempi tra i più duri del novecento a cavallo tra le due guerre.


                          Eleonora Fuser regge un immaginario mazzo di conterie infilate   ( foto di scena,  Marina Luzzoli )

Ma si illuminano gli occhi di Rina-Nora quando racconta del mestiere delle perle e di come già sua  madre  fosse stata "mistra de perle" e quindi coordinasse il lavoro per un gruppo di impiraresse , e di come infilava  le perline sia con gli aghi sia con il ferro, e poi di come fosse estrosa e raffinata nella composizione quando impirava le conterie con il ferro per creare i fiori, che non erano "scieti" ossia di un colore solo , ma variegati così deliziosamente da sembrare veri. Rina aveva imparato il mestiere di impiraressa da lei e dalle altre lavoranti del sestiere di Castello ed anche se poi aveva fatto tanti altri lavori l'impiraressa  era quello che le era rimasto nel cuore .

 .A scandire la messa in scena dei  ricordi di Rina Cavalieri, raccolti minuziosamente in molti anni di interviste dalla storica veneziana Maria Teresa Sega, è il rumore per molti  familiare del saltellare ritmico di una manciata di perle cadute a terra ed i canti fuori scena curati da Giuseppina Casarin .

Ora le perle di vetro si producono e si infilano ovunque, ma questi ricordi legati al  passato veneziano più intimo sono solo nostri ed inestricabilmente tessuti nella trama del vissuto quotidiano di moltissimi  veneziani  e come tali suscitano quel  tipo di amore e di devozione per la tradizione del "saper fare le perle e con le perle " che fa superare ancor oggi  ogni difficoltà e sacrificio a chi nuovamente  si accosta a questi mestieri .

Se dovessimo quindi rispondere alla domanda 

" Dove si trovano ai nostri giorni le vere perle di vetro veneziane ?"                   

Dovremmo  forse dire che si trovano dove :

-la bellezza della creazione e lo spirito del nuovo rispettano la storia e la passione  di chi ha lavorato prima di noi

-c'è generosità nel condividere il saper fare e nel conservarlo per  le generazioni future 

- c'è un "Cuore" che lavora insieme alle mani, al fuoco, agli aghi o ai ferri: un cuore di vetro, ma forte della sua tradizione .

                                                   
Il comitato per la tutela storica e culturale delle perle di vetro veneziane augura a tutti i Cuori un Buon San Valentino !



si ringrazia per la cortese collaborazione  MPG:CULTURA  
                     http://www.mpgcultura.it/


                                                                                                                                     SEGUITECI SU FACEBOOK !!!  

lunedì 23 dicembre 2013

LA PERLA VENEZIANA MEDIATRICE CULTURALE

Lunedì 16 dicembre 2013 ,giusto una settimana fa, abbiamo riunito per la prima volta in moltissimi anni una buona parte di chi fa parte della cultura e del saper fare le perle di vetro veneziane oggi.
Studiosi, Collezionisti, Perlere, Perleri, Impiraresse, rappresentanti delle istituzioni cittadine, appassionati e curiosi, tutti insieme, tutti coinvolti a diverso titolo ma tutti  uniti dallo stesso interesse.

Scoletta dei Calegheri, San Tomà , 16 dicembre 2013, presentazione del comitato CPVV alla cittadinanza  ( foto F.Dolcetta)

La sede del nostro incontro (messa a disposizione dalla Municipalità, che ringraziamo) è altamente simbolica: la Scoletta dei Calegheri  a San Tomà , già dal 1400 sede del Mestiere. Dunque è la casa di una Mariegola che diventa casa per l'antica Arte delle perle di vetro . Appropriato poi il fatto che la Scoletta sia  luogo destinato ad uso culturale e centro Donna : così com'è Donna e Cultura la Perla Veneziana sia nella sua creazione che nel suo uso di ornamento di sé.
Ma la Scoletta è sopratutto sede di  biblioteca comunale e ci ha dato gioia, al nostro arrivo, vedere tante mamme e bimbi: tutti quei passeggini parcheggiati ordinatamente al piano terra per un evento concomitante al nostro, sono il segno di una città che vive e prende in uso la propria cultura, quando le viene offerta, e la vicinanza ai bimbi immagine  di  buon auspicio per la  "crescita " per il nostro comitato neonato.
Durante l'incontro Cristina Bedin , presidentessa del Comitato, ha parlato degli avventurosi viaggi di andata e poi di ritorno delle perle veneziane da quei  paesi lontani dove erano state portate e di come le perle siano testimoni ed ambasciatrici , con la loro patina di significati acquisiti, delle storie dei  popoli che le hanno indossate. Una straordinaria ricchezza che viene offerta alla nostra cultura bisognosa di spirito d'integrazione  che avvicina ed insegna le molte affinità da cercare ed apprezzare nel diverso da noi.
Vere e proprie mediatrici culturali le perle veneziane potrebbero anche servire da collante sociale nel compattare tutta la comunità nella volontà di recuperare un valore identitario che accomuna non solo noi veneziani ma anche quelli che veneziani diventano  per elezione o per scelta.

da sin. Dott.G. De Checchi di Confartigianato Venezia,  Dott. Cristina Bedin presidente del Comitato e Marisa Convento vice-presidente

L'Arte della  perla di vetro è arrivata a Venezia dopo aver percorso e scandito molte tra le tappe essenziali nella storia delle civiltà più antiche tra le quali quelle degli Egizi, dei Fenici, dei Romani, Venezia ha raccolto queste eredità già dai primi secoli dell'anno mille e le ha rese proprie plasmando il vetro in tutte le sue possibili forme colori e tecniche avvantaggiandosi delle geniali capacità di lavorazione del vetro veneziano  e poi grazie anche al graduale imporsi dell'operosità femminile capace di rendere le perle create a Venezia sempre più minuziose ed aggraziate, fino a farle divenire  le più  belle ed ambite: un patrimonio artistico di valore inestimabile che ha aggiunto  magia, interesse, colore e carica mistica alle culture ornamentali  di quasi tutti i continenti.
ragazze Krobo  del Ghana durante una danza cerimoniale che simboleggia il passaggio all'età adulta
( foto Anthony Pappone)

In molte società umane dove la lingua scritta è una realtà ancora giovane  la perla di vetro veneziana è stata ed è tuttora espressione indispensabile e testimonianza del senso di appartenenza, religione e cultura.
L'obiettivo principale del Comitato per la Tutela Storica e Culturale delle Perle di Vetro Veneziane è di recuperare,mantenere, diffondere e promuovere un livello di conoscenza adeguato all' importanza globale di questo elemento allo scopo di  farlo decretare Patrimonio Culturale Tradizionale Intangibile dell'Umanità da salvaguardare.
la sala durante l'introduzione all''incontro del Dott. Viero presidente della Municipalità

Il lavoro che ci aspetta sarà un viaggio affascinante quanto le rotte percorse dalle perle di vetro finora perché avrà il favorevole effetto collaterale di accrescere l'interesse generale sul suo passato glorioso ma anche sulla realtà odierna di un distretto produttivo del quale panorama sembra non esserci ancora una vera visione ragionata e complessiva o una precisa unità di categoria che ne compatti gli intenti, che lo protegga e  dia lo slancio e il lustro  che merita alla produzione di oggi. Questo può avvenire anche attraverso conferenze, esposizioni, percorsi museali, pubblicazioni, fiere internazionali come ad es. un "Salone della Perla" che richiami l'attenzione su Venezia ridandole quella posizione di centro internazionale d'eccellenza per le Perle di Vetro d'Arte alla quale ha pieno diritto . Il Comitato per la Tutela Storica e Culturale delle Perle di Vetro Veneziane vuole mettere sotto l'albero di tutti voi che ci seguite, (speriamo sempre più numerosi) un valore in cui credere tutti insieme, la consapevolezza delle nostre radici da trasmettere alle generazioni future . Buone Feste !!!




venerdì 6 dicembre 2013

LA VENEZIANA CHE HA UNITO I POPOLI CON UNA PERLA

Maria Barovier ( immagine tratta dal doc. "Oltre il mare oltre le sabbie" perle di vetro veneziane 2013)
Maria Barovier,veneziana, la possiamo immaginare poco più che bimba giocherellare nella fornace del padre Anzolo , famoso maestro vetraio, e raccogliere un cotisso di vetro, uno scarto lasciato a terra nella polvere, attirata dal bel colore creato dal padre e forse appoggiarlo d'istinto al petto come un gioiello . Poi chissà,  l'avrà detto al babbo o a qualche servente e così  poco a poco da quel gioco infantile alla fine del 1400 è nata la perla "Rosetta"  diventata poi famosa in tutto il mondo come "Chevron"
Così mentre Cristoforo Colombo scopriva l'America e i navigatori esploravano nuove rotte intorno all'Africa, a Venezia tra sogno e realtà nasceva la perla che sarebbe salita sui troni d'Africa ed avrebbe abbattuto i confini  di genere, nazione, cultura  etnia, spazio e tempo arrivando fino a noi, cinque secoli dopo, con la sua carica estetica e simbolica  ancora intatta, anzi rafforzata dal suo lungo viaggio attraverso i popoli del mondo.
Una vera rivoluzione, pacifica, di gusto e di pensiero, creata da una donna, ma amata anche dagli uomini che ha spalancato gli orizzonti ad una nuova era produttiva affiancando una geniale ed efficace tecnica a quelle già esistenti.
 Le Rosette ma anche le tante altre perle veneziane hanno conservato nei secoli intatto il loro valore, pochi altri elementi possono fregiarsi di una così grande valenza estetica e simbolica attribuita loro dall'umanità intera, un vero patrimonio comune a tutti i continenti.
la perla "Rosetta " detta anche "Chevron"viene prodotta a partire da  una bolo vitreo  multistrato ottenuto modellando ogni sovrapposizione di colore ( comunemente bianco-avorio , rosso-mattone e blu )  in uno stampo a stella quindi soffiato  per creare la foratura centrale e tirato,  sempre a caldo,  per ottenere una lunga canna di vario diametro che una volta raffreddata  viene tagliata in molte sezioni che vengono poi molate a mano per evidenziarne il disegno e gli strati , il suo nome probabilmente deriva dal ricordare nel motivo i petali di una rosa ,nell' immagine vari formati di canna e perla  "Rosetta" con diverse molature 
la giovane interprete di Maria Barovier gioca a lavorare il vetro  (dal backstage del documentario sulle perle di vetro veneziane "Oltre il mare oltre le sabbie " uscito a gennaio del  2013)




martedì 26 novembre 2013

IL COMITATO PERLE DI VETRO VENEZIANE AL CONVEGNO "IL CASO VENEZIA"

da sin. Cristina Bedin , Federico Dolcetta , Alessandro Moretti e Marcello Moretti
del Comitato per la Tutela Storica e Culturale delle Perle di Vetro Veneziane

" IL FUTURO DEL PROPRIO PASSATO " : questo il motto coniato da Alberto d'Alessandro, Direttore dell'Ufficio di Venezia del Consiglio d'Europa , ma per tutti i relatori è importante creare uno sviluppo sostenibile per Venezia recuperando e valorizzando il "saper fare" tradizionale che può creare anche oggi la ricchezza che nel passato ha contribuito alla bellezza di  Venezia. Tramandare alle prossime generazioni questo patrimonio identitario è un nostro dovere e tutti possiamo contribuire dando la nostra testimonianza e il nostro sostegno alle associazioni e ai comitati come il nostro che si occupano di tutelare valori essenziali anche dal punto di vista economico .Venezia rischia di diventare vittima del turismo e delle sue logiche legate ai grandi numeri fino a perdere le sue radici più autentiche ."  le Antiche Manifestazioni del Patrimonio Culturale Intangibile e le attività turistiche " , questo il tema del convegno che si è tenuto il 22 e il 23 novembre scorsi presso Venezia Terminal Passeggeri , moltissimi i relatori in rappresentanza di Unesco , del Ministero delle Attività Culturali e del Turismo , docenti universitari e rappresentanti di associazioni di artigiani come "El Felze" che difende le antichissime arti legate alla costruzione della gondola , da tutti si leva lo stesso appello : proteggiamo il nostro patrimonio culturale intangibile. Durante i due giorni di lavoro del convegno abbiamo allestito un vero e proprio museo pop up della perla di vetro veneziana che illustrasse il lungo viaggio della sua produzione nei secoli fino ad oggi e abbiamo suscitato una grande curiosità e un sincero apprezzamento , le perle di vetro veneziane , accanto ai bellissimi tessuti veneziani d'Arte , ai lucenti ferri delle gondole , ai vetri di Murano , ai preziosi merletti ed alle carte decorate a mano hanno ben reso onore alla città che ne ha visto nascere le Arti , convincendo tutti della bontà della nostra comune missione da perseguire facendo "rete" ed unendo le forze , come suggerisce anche Stefania Baldinotti , Funzionario per la Convenzione Unesco 2003.


  La diffusione della cultura è una espressione di democrazia , la storia e la cultura della perla veneziana di vetro sono valori  nei quali i veneziani si devono poter riconoscere ma che appartengono  a tutta la nazione , all'Europa ed al mondo intero .


perle "rosette" conosciute in tutto il mondo come "chevron" di inizio '900
la rosetta è il simbolo scelto per il comitato perle di vetro veneziane